il Vento

La nebbia agli irti colli
piovigginando sale
e sotto il Maestrale
urla e biancheggia il mar
(G.Carducci, 'S.Martino')

Il vento è il carburante degli Aquiloni (a meno di trascinarlo a forza di braccia). Per lanciare un Aquilone occorre innanzi tutto determinare la direzione da cui proviene il vento e quindi (approssimativamente) la sua intensità, visto che ogni aquilone ha un campo d'utilizzo in base alla velocità del vento.

Per rappresentare la forza del vento viene usata la scala Beaufort, osservando gli effetti del vento sulla superficie del mare aperto; nella tabella è indicata (grosso modo) la comparazione tra livelli della scala Beaufort e velocità (un miglio terrestre è uguale a 1609 metri, mentre un miglio marino è uguale a 1853 metri; un nodo corrisponde ad un miglio marino per ora).

Descrizione

Beaufort

metri/sec

Km/ora

Nodi

Calma

0

0 – 0.3

0 – 0.7

0 – 0.5

Bava di vento

1

0.3 – 1.5

0.7 – 5.5

0.5 – 3

Brezza leggera

2

1.5 – 3.3

5.5 – 12

3 – 6.5

Brezza tesa

3

3.3 – 5.4

12 – 19.5

6.5 – 10.5

Vento moderato

4

5.4 - 8

19.5 – 28.7

10.5 - 15.5

Vento teso

5

8 – 10.8

28.7 – 39

15.5 - 21

Vento fresco

6

10.8 - 14

39 - 50

21 - 27

Vento forte

7

14 - 17

50 - 61

27 / 33

La scala continua con burrasca, burrasca forte, tempesta, tempesta violenta, uragano, ma in questi casi è meglio lasciare a casa gli aquiloni.

L’aquilone va lanciato esattamente sottovento, ovvero tenendo le spalle alla direzione da cui proviene il vento; per trovare questa direzione basta osservare lo sventolare delle bandiere oppure l’andamento di un filo di fumo (senza provocare incendi, basta una sigaretta); ancora possono essere usati fili di lana sottile legati ad un bastoncino, ciuffetti d’erba lanciati in aria, maniche a vento; chi è più sensibile impara a sentire il vento con il proprio corpo, senza altri strumenti.

Occorre tener presente, inoltre, che il flusso d’aria crea dei vortici incontrando degli ostacoli, quali alberi, muri, palazzi, ecc... In particolare gli alberi hanno la curiosa caratteristica di attirare gli aquiloni e di mangiarseli con i rami più alti. Un ostacolo crea vortici in avanti per una distanza fino al doppio dell’altezza, indietro fino a quattro-cinque volte la sua altezza e, per metà altezza, anche sulla sua sommità; per questo riesce difficile lanciare un aquilone sulla cima di colline con pareti ripide, o situazioni analoghe.

Il campo da volo ideale può essere una spiaggia larga, senza ombrelloni, senza costruzioni alle spalle, con il vento che soffia costante dal mare quasi calmo; al contrario, un pessimo campo da volo è una zona circondata da colline, ingombra di palazzi, alberi e tralicci dell’alta tensione.

Per superare un ostacolo da cui non ci si può allontanare occorre tentare il Lancio Lungo, facendosi aiutare da qualcuno che deve tenere l’aquilone controvento e lasciarlo andare al comando del pilota (che tiene il cavo teso); a questo punto il pilota corre per alcuni metri all’indietro (guardando oltre l’aquilone anche dove mette i piedi !): l’aquilone dovrebbe alzarsi rapidamente e superare in altezza i vortici generati dall’ostacolo.

Se lo spazio non è sufficiente per il lancio lungo, si può procedere “a scalini” tirando il cavo per qualche metro, poi accompagnandolo sottovento per un po’ (senza farlo cadere) e quindi tirando di nuovo finché l’aquilone non sia salito a sufficienza per “tirare” da solo.