Cammino di Santiago de Compostela II
10 Luglio - 11 Agosto 2008
St.Jean Pied de Port - Finisterra : 901 Km
Vai nel nulla, anche in mezzo alla folla,
convinto di fare un'impresa eccezionale.
Ma il mondo ti ignora, anonimo viandante,
che per un istante sei sul Cammino
e poi vai via...
Gio 10.7.08
Tre anni sono lunghi, pensando sempre alla stessa cosa; riprogettato il cammino, speriamo di evitare gli errori del
Cammino 2005.
Finalmente siamo a Nizza e giriamo per tre ore, sempre con gli zaini, in attesa del treno per Bayonne. La nottata nel treno francese è terribile: la cuccetta è sporca e puzzolente, malgrado siamo in prima classe. Dormiamo poco, chiusi nei nostri sacchi a pelo. L'indomani prendiamo il trenino per St. Jean de Port, timbriamo la credencial e subito ci mettiamo in marcia, mentre il cielo non promette niente di buono. Dopo 10 km, alle prime gocce di pioggia, ci fermiamo a Valcarlos.
Sab 12.7.08
Partiamo sotto la pioggia che non ci abbandonerà per tutto il giorno. Dopo qualche chilometro imbocchiamo un sentiero sbagliato e ci inoltriamo nei Pirenei: solo dopo un’ora ci rendiamo conto dell’errore e torniamo indietro. Riprendiamo la via giusta già abbastanza bagnati e procediamo per il sentiero di Zabaleta, poco trafficato e quindi invaso dalle felci: dopo un po’ siamo bagnati anche nell’animo con le ranocchie che alloggiano nelle nostre scarpe. Di nuovo torniamo indietro e procediamo sul bordo della nazionale.
Piove a dirotto e cala la nebbia; quando arriviamo a Roncisvalle siamo ai limiti dell’ipotermia e quasi non riesco a firmare il modulo di registrazione. Riusciamo a trovare alloggio nella locanda, e passiamo ore ad asciugare con il phon scarpe, zaini, abiti, e altro. Rosanna scivola sul pavimento bagnato, tagliandosi sotto l’alluce !!!!! Tamponiamo il sangue, indossiamo qualcosa di asciutto e andiamo alla messa del pellegrino. Qui troviamo decine di persone nelle stesse nostre misere condizioni, infreddolite e con sandali aperti: ci rincuoriamo l'un l'altro, nella sofferenza collettiva.
A cena siamo a tavola con canadesi, spagnoli, belgi ed ungheresi; un canadese regala a tutti una spillina con la bandiera del Canada: la porteremo sullo zaino fino alla fine. L'umore migliora.
Lun 14.7.08
In due giorni di marcia, tra pioggia e sentieri di fango, siamo a Pamplona: mentre tutti festeggiano San Firmino, noi festeggiamo il compleanno di Rosanna. Le strade brulicano di ubriachi e delle loro tracce, così procediamo veloci verso Zizur Menor, dove Maribel Roncal provvede a curare le “ampullas” ai piedi.
Mentre chiacchieriamo Maribel mi prende la mano e mi induce ad infilarla nella fontana del giardino: improvvisamente un gruppo di piranas travestiti da pesci rossi e tartarughe mi assale, mordendomi le dita tra le risa generali.
Dopo cena, in camerata, scopriamo che il nostro vicino di letto russa come un vecchio maiale, malgrado il suo amico lo scuota di continuo. Per ore, l'osservanza del quinto comandamento viene messa a dura prova: non potendo uccidere il francese russatore, decidiamo di partire alle cinque.
Mer 16.7.08
Arriviamo a Viana nel pieno di una festa locale: la ricerca di un alloggio è difficile, con gli hostal tutti pieni. In un vicolo, una signora che sembra uscita da un quadro d’altri tempi ci chiama da un portone e ci propone una stanza in un palazzotto antico e strano quanto la proprietaria. Dozzine di quadri, oggetti antichi, drappi, arazzi; perfino una cappella privata per quattro posti; tutto con un’aria di mistero. I solai sono inclinati quasi quanto le case di Bomarzo. Un po’ preoccupati accettiamo l’ospitalità in una camera che ha visto altri splendori. La notte, nel silenzio della casa, si sentono gli scricchiolii delle travi: ci barrichiamo dentro, sognando di risvegliarci su una panchina mentre il palazzo si è dissolto nel nulla.
Ven 18.7.08
Dopo Najera, ci fermiamo a Belorado: stessa casa rural di 3 anni fa. Il simpatico albergatore ci spiega che i due ristoranti in piazza sono adatti solo a turisti e pellegrini (?!!).
Ci indirizza così verso una bettola frequentata da Hombres de Obras. Entriamo in una vera taverna locale, e mangiamo ottimo cibo casareccio, mentre i truculenti avventori ci guardano meravigliati: non devono essere molti i turisti che varcano quella soglia.
Sab 19.7.08
A Villafranca Montes de Oca incontriamo una famiglia di pellegrini spagnoli: marito, moglie, suocera, cane e bambina in calessino, trainato dal padre. Il loro percorso di fede li porta a Santiago per chiedere una grazie per la bimba. Anche il cane collabora trasportando con una specie di sella le proprie cibarie. Malgrado la fatica, l’amico spagnolo è sempre allegro e canta una versione di “O bella ciao” in francese.
Dom 20.7.08
Da giorni soffriamo terribilmente per le vesciche ai piedi: ogni giorno ne contiamo una nuova. Combattiamo con la nostra raccolta di cerotti di tutti i tipi e tutte le marche. A Burgos decidiamo di fermarci in un Hotel con vasca idromassaggio in camera; passiamo tutto il pomeriggio a turno immersi nell’acqua turbolenta. Inizia così la riscossa dell’umore e affrontiamo i 180 km di Meseta con cipiglio battagliero. Sono sei giorni duri ma affascinanti; ogni mattina partiamo prima dell’alba, illuminati dalla luna e dalle stelle, con temperature invernali. Le torce non servono e le stelle cadenti ci indicano la via. Le distese sconfinate di campi di grano danno un senso di tranquillità, mentre l’orizzonte si confonde con il cielo nella nebbia del mattino. Con il crescere del sole, il clima cambia completamente ed in tarda mattina siamo in clima tropicale.
Mar 22.7.08
A Puente Fitero il rifugio antico è gestito da volontari italiani; ci offrono il caffè e restiamo qualche minuto a chiacchierare con loro e con due ciclisti abbruzzesi conosciuti la sera prima in albergo. Ora le nostre strade si divideranno per differenza di velocità.
Sab 26.7.08
Arriviamo a Leon il giorno del mio compleanno. Per festeggiare, Rosanna organizza un concierto de piano alla Fundaciòn Eutherpe con il pianista italiano Massimo Multari: molto bello anche se tutti ignorano l'importanza della data ...
Lun 28.7.08
Saliamo a Foncebadon e, da qui, alla Cruz de Hierro in una splendida giornata di sole e di vento fresco (tre anni fa, facemmo lo stesso percorso alle sei del mattino con pioggia e nebbia).
Rosanna trova la sua collocazione: lo gnomone su una enorme meridiana.
Mer 30.7.08
Cammina cammina, giungiamo al Cebreiro, stranamente poco affollato di turisti. In serata, dopo la celebrazionela della messa del pellegrino, il sacerdote con le scarpe da trekking chiama tutti a raccolta per una benedizione multilingue, poi ci fa cantare in coro una canzone augurale:
.... o Cebreiro, o Cebreiro ....
Al termine, suona il corno che, nei secoli passati, richiamava i pellegrini dispersi nella nebbia. Il suono fa venire la pelle d’oca. Rosanna continuerà tutta la sera a canticchiare le uniche due parole capite del testo spagnolo.
Gio 31.7.08
Usciamo all’alba con un gruppo di altri pellegrini e troviamo il sacerdote di ieri che ci prende come un branco di pecorelle smarrite e ci conduce sulla retta via, cioè tra i fili dei panni del rifugio e poi sul nuovo sentiero che porta dritto verso la valle. Salutandoci, suona il corno antico dei richiami.
Continua a piovere per tutto il giorno. Ogni tanto troviamo un po' di riparo sotto tettoie di case che sembrano abbandonate. Arriviamo a Samos inumiditi come due baccalà.
Lun 4.8.08
Finalmente siamo a Santiago tra turisti e bancarelle. Ancora una volta sembra il posto meno adatto a rappresentare il Cammino. Dopo aver ritirato la Compostela, non vediamo l’ora di ripartire verso la costa. Un giorno di pausa è necessario, ma la tensione emotiva ne risente.
Mer 6.8.08
Ripartiamo per il circuito di Finisterra. Attraversiamo boschi infiniti e minuscoli paesini che sembrano disabitati; la sensazione di isolamento supera nettamente la “Meseta”. Piove spesso e siamo assaliti dagli insetti.
In un paese, gli unici esseri viventi sono due mucche parcheggiate con il loro carretto all'uscita di un orto.
A Muxìa ritiriamo la “Muxiana” e a Finisterra la “Finisterrana”: siamo pieni di certificati.
L'ultima tappa sembra la più lunga; all'uscita da Muxìa (al buio) imbocchiamo una via parallela e ci ritroviamo sulla strada per Corcubion. Con "solo" 5 Km in più, riprendiamo il nostro percorso a Lires (così gli 896 Km diventano 901!).
Dom 10.8.08
Andiamo al capo di Finisterra nella nebbia e il Faro compare all’improvviso come un fantasma; le sirene urlano ogni due minuti in modo assordante: siamo frastornati ma felici.
Troviamo il cippo 0.000 km e spegniamo in ritardo le candeline dei nostri compleanni...
Lun 11.8.08
Giornata avventurosa: rientro a Santiago in autobus, con autista che parla al telefonino e sorpassa le auto su una strada piena di curve. Se non piovesse, potremmo pensare di scendere e continuare a piedi ... in fondo, prima o poi, dobbiamo ricominciare......